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[SUONO] [MUSICA]
Salve a tutti e bentornati.
Proseguiamo con questa visita guidata sul Palatino delle origini di Roma.
Un'altra delle scoperte che hanno cambiato il
nostro modo di vedere Roma, la prima Roma,
è il quartiere che si sviluppa dalla metà dell'ottavo secolo in
poi all'esterno delle mura, sull'estrema pendice settentrionale del Palatino.
Qui si struttura, dalle origini, il Santuario di Vesta che è articolato
in tre lotti, uno dedicato a Vesta e alle vestali,
uno dedicato probabilmente agli dei guardiani di Roma, i Lari.
I Lari erano la divinizzazione degli antenati.
E uno dedicato alla casa del re, gli autori antichi pensavano che i re,
i primi re soprattutto, avessero vissuto nel santuario di Vesta.
I secondi re no, come vedremo presto.
E questo è il quadro dell'ottavo secolo a.C.,
iniziamo dal lotto del santuario di Vesta.
Qui abbiamo trovato, prima che le attività iniziassero
a costruire il santuario, una situazione un po' particolare,
il terreno viene ripulito, il terreno viene arato.
Si tracciano dei solchi, li vedete qui, qui, qui, qui,
per ripulire l'aria, siamo certi che queste non sono tracce di coltivazione,
perché l'analisi chimica del terreno rinvenuto nei solchi e l'analisi chimica
del terreno sul quale i solchi sono stati effettuati ha rivelato che non
mai stati seminati, non c'è stata coltura lì, quindi un'attività sacrale,
che prepara la nascita di qualcosa di nuovo,
è un po' terra che però illustra la fondazione di Roma.
In questo spazio liberato viene costruito un recinto che chiude
un'area all'interno della quale è stata trovata una capanna,
di cui si conservavano un angolo e la parte di ingresso.
Il pavimento interno era in terra battuta con una
depressione al centro, una grande fossa, questo buco di palo qui e il
limite di questa fossa è questa fossa qui, vedete i numeri vi aiutano.
Questo invece è come possiamo immaginare la struttura completata.
Sulla depressione centrale che veniva usata come silos
o dispensa della casa abbiamo immaginato un tavolato ligneo e
nella capanna i sei letti per le sei vestali.
Questa forse è la più antica casa delle vestali.
Il santuario doveva naturalmente ospitare un tempio per la dea,
non soltanto per le sei vestali, e un tempio dell'ottavo secolo lo dobbiamo
immaginare esattamente come una capanna.
A fianco al lotto delle vestali e al santuario di Vesta vero e
proprio c'erano altri due spazi uno scoperto,
all'interno del quale si taglia il banco di argilla e si allestisce
un focolare all'interno e un altro ancora dove si crea un edificio.
L'edificio ha una storia che possiamo seguire in un
dettaglio molto molto serrato grazie allo scavo,
nasce come una singola aula affacciata su uno spazio vuoto.
Questo è un allestimento che ricorda molto le grandi capanne
che venivano poste davanti a piccoli spazi dai quali si attendeva
la manifestazione del segno di Giove, il cosiddetto augurium.
Subito dopo, invece, la grande sala viene abbattuta e sostituita
da un'altra grande sala che però ha i lati degli ambienti preceduti da un portico.
E la struttura diventa questa, una sort of di piccolo palazzo con sale da
questo lato e un cortile in fronte e l'area sacra scoperta con i focolari che
vengono continuamente ristrutturati perché si fanno offerte votive in continuazione.
Si tratta ancora una volta di edifici particolari,
lo vediamo anche dal punto vista archeologico, perché il passaggio dalla
sala singola al piccolo palazzo viene segnato da un sacrificio umano,
ancora una volta un bambino è seppellito in questo luogo.
Questa sala doveva ospitare persone che vi si raggruppavano perché intorno
al muro correva un bancone, un basso bancone, una sort of di grande panca.
E così è come possiamo immaginarci una struttura
monumentale a suo modo, di argilla e legno, però complessa.
Ancora una volta l'archeologia ci aiuta a seguire
con una certa frequenza i cambiamenti, si tratta di strutture in argilla e legno,
quindi che hanno un bisogno piuttosto costante di rifacimento
e di una manutenzione e quindi, piano piano,
l'edificio si estende prima su questo lato della corte,
sempre segnando le modifiche con depositi votivi, in questo caso non è una tomba,
ma sono degli oggetti e così possiamo immaginarci il complesso,
la valle, il Palatino, l'area sacra dei Lari con i focolari,
il palazzo che comincia ad evolversi e ancora portici,
si riduce la sala, si modifica il focolare,
qui siamo nella prima metà del settimo secolo, e poi una seconda ala
nasce sul lato opposto della corte e così l'edificio comincia
piano piano ad assumere le sembianze di una vera casa con un cortile interno.
Ancora sul Palatino, in questa
fase c'è un'ultima novità, nel luogo della pendice sud ovest
dove si pensava che avesse vissuto il pastore che aveva salvato Romolo e Remo,
dove avrebbero vissuto i gemelli e dove Romolo sarebbe poi tornato,
una volta vinta la contesa con Remo e, gli autori antichi dicono,
davanti alla sua capanna celebra il rito della fondazione di Roma.
Il rito della fondazione di Roma consisteva inizialmente nello scavare una
fossa per terra, riempirla con semi, frutti,
le primizie del raccolto che, portate tutto nello stesso luogo,
simboleggiavano l'unità di una comunità nuova, sul
riempimento della fossa si allestiva un altare, sull'altare si accendeva un fuoco,
si proclamava il nome nuovo, in questo caso Roma, e la città era nata.
Bene, in quest'angolo alla metà dell'ottavo secolo viene creata una
piccola capanna associata ad una grande capanna divisa in due vani che sulla
scorta delle fonti letterarie possiamo interpretare come il santuario che verrà
sempre associato alla casa del re a Roma, delle divinità Marte maschio
e Ops femmina che generavano i capi ed i re, e di fronte alla capanna troviamo
una fossa ed un altare che possono costituire il corrispettivo archeologico
del rito della fondazione di Roma così come viene ricordato nella leggenda.
[SUONO] [VUOTO]