[SUONI]
[MUSICA] Salve
a tutti e bentornati.
Abbiamo visto che se consideriamo separatamente la memoria degli antichi
e i dati archeologici, tutte e due le serie documentarie rivelano
un processo analogo, cioè una discontinuità che viene
segnata alla metà dell'ottavo secolo, secondo le fonti letterarie dai fondatori,
secondo i dati archeologici da luoghi
e monumenti nuovi di carattere politico, di carattere pubblico, che nascono a Roma.
E così, l'insediamento dell'età del ferro
viene trasformato acquisendo luoghi politici e luoghi pubblici.
La città nasce così, probabilmente.
La prima città, sappiamo, era governata da re.
Secondo gli antichi sarebbero stati sette, come vedete nell'immagine.
La parola latina che indica il re, la parola "rex",
significa in realtà un magistrato a vita che è anche il capo delle forze armate,
ed è il vertice dell'organizzazione sacrale: la città.
Gli storici antichi dividono l'età regia
in due parti: una prima epoca regia ed una seconda epoca regia.
La prima epoca regia coincide coi regni dei primi quattro re riportati
dalle fonti,
e la seconda epoca regia coincide con gli ultimi tre re riportati dalle fonti.
I cambiamenti maggiori del paesaggio del
palatino avvengono all'inizio della prima epoca regia,
e così il palatino viene per la prima volta circondato da un muro.
Quello che sappiamo dal punto di vista archeologico è anche che
all'esterno del muro, su questo lato, e all'esterno del muro, su questo lato,
ci sono delle aree sacre ma che tutto il territorio all'interno del muro riceve uno
statuto speciale, perché fa parte della fondazione di Roma non soltanto celebrare
un primo rito in cui si dichiara il nome di Roma, ma anche rendere il terreno
del Palatino speciale per una benedizione che arriverebbe direttamente da Giove.
Questa benedizione rende il terreno del Palatino "accresciuto", in latino
"inaugurato", e la zona inaugurata, e la zona che gli antichi chiamavano "urbs",
cioè città, è limitata da un limite immateriale che si chiama "pomelium",
che abbiamo segnato qui nella pianta.
E così la città di Roma nasce con una grande area che non è speciale,
una piccola area, il Palatino, che è speciale, e un'area
ancora più piccola che viene aggiunta al limite dell'abitato più antico,
dove si concentrano le sedi del potere politico e sacrale.
L'archeologia ci ha fatto toccare con mano una serie
di questi luoghi e monumenti nuovi, primo fra tutti il muro di cui abbiamo
trovato una parte della fondazione, un bastione e la porta d'accesso.
Il muro deve essere stato ritualmente fondato, perché ce lo dicono gli antichi,
e per fondare un muro si doveva operare un'aratura sacra,
come vedete in quest'immagine.
Il solco dell'aratro diveniva poi la fondazione
del muro sul quale si costruiva il muro stesso.
Questa è la fossa di fondazione del muro che abbiamo rinvenuto sullo scavo,
riempita prima da questi grandi blocchi e poi riempita con questa maceria in tufo.
Su questa maceria poi si piantavano i pali di legno che sorreggevano l'elevato della
struttura, fatto di argilla.
Sono strutture speciali non soltanto perché sono pubbliche,
perché sono sacre, e la sacralità di queste strutture è
dimostrata dai riti che noi troviamo associati ad esse.
In questo caso, in particolare, vengono sepolti sotto la soglia del
muro questi vasi, che possono essere il corredo di una tomba reale,
ma tracce dello scheletro non sono state rinvenute, o di una tomba simulata:
si facevano anche queste cose per risparmiare il sacrificio umano.
Questi vasi fanno datare il muro fra il 775 a.C.
e il 750.
Non era sacra soltanto la struttura: il paesaggio
veniva sacralizzato a seconda delle strutture che ospitava.
E così il muro, oltre ad essere all'esterno di una zona più
interna benedetta, inaugurata, era protetto da due fasce sacre: una
all'interno di esso ed una all'esterno di esso.
Probabilmente un limite fisico della fascia sacra all'esterno lo
abbiamo trovato con questo allineamento di pietre, vedete qui, che sono localizzate
esattamente a 70 piedi romani dal limite esterno della fortificazione.
Una serie di nuovi dati li abbiamo trovati all'esterno del muro, in particolare uno.
Secondo la leggenda della fondazione di Roma, dopo il ratto delle donne
sabine un esercito sabino viene a Roma e si combatte una battaglia,
perché gli stranieri vogliono riprendersi le donne rapite.
La prima fase della guerra è a vantaggio dei sabini
che spingono i romani verso le mura.
A un certo punto Romolo, per fermare la fuga dei suoi, chiama in aiuto Giove,
e gli promette che fonderà un santuario nel punto in cui la fuga si arresta.
Ora, se noi immaginiamo questa storia nello spazio reale dell'Ottavo secolo
a.C., emerge un'immagine del genere: la linea rossa indica
la fuga dei romani, e l'asterisco indica il luogo dove Romolo si
sarebbe fermato di fronte alla porta di accesso al Palatino.
Bene, in questo luogo, effettivamente,
nell'Ottavo secolo viene fondato un santuario.
Lo statuto sacrale dei luoghi cambia, perché oltre alle fasce che
proteggono il muro si inserisce una fascia sacra dedicata al dio del santuario,
e possiamo vedere dall'archeologia com'è fatto un santuario arcaico.
Niente di molto monumentale, però di piuttosto complesso, con un'ara con
fuoco acceso sopra, un limite dell'ara in argilla e pali di legno,
rimangono i buchi dei pali, un recinto che delimita ciò che gli antichi
chiamavano "sacellum", anch'esso in argilla e pali in legno.
Tutta la struttura viene posta in allineamento,
in asse con il limite sacrale della fascia intorno al muro.
In più, si crea uno specifico rito per la fondazione
del santuario seppellendo davanti alla porta di ingresso degli oggetti sacri.
Questa è un'immagine dello scavo,
della fossa così come la possiamo ricostruire, questa qui.
Questo è lo strato con ossa animali e cenere,
e questi sono gli oggetti depositati al suo interno.
Questi oggetti danno come al solito la cronologia del tutto,
cioè dal 750 al 725, pochi anno dopo la fondazione del muro.
Questo santuario viene utilizzato fino al 64 d.C.,
e cambierà piano piano una struttura.
Inizialmente resta sempre la stessa: l'altare qui al centro,
l'area intorno all'ara non è più rappresentata da pali di legno,
ma in pietra, in questo senso; il muro del sacello resta sempre lo stesso,
e lo statuto sacrale dell'area resta lo stesso.
Però, all'inizio del VII secolo, il muro deve essere restaurato,
perchè probabilmente erano strutture in argilla, e il percorso
cambia leggermente, ma soprattutto avvengono delle azioni particolari.
In questo tratto, nel muro dell'VIII secolo,
lungo una strada che saliva dalla valle al Palatino,
non solo viene rasato il muro e viene conservata solamente la fondazione,
ma in un recinto vengono sepolti quattro individui: un uomo con un bambino,
una donna ed un secondo uomo.
Qui vedete la tomba dell'uomo con il bambino alla sua testa,
in un grande vaso, questo è lo scheletro della donna, e questo è il secondo uomo.
Ora, i resti dello scheletro sono molto mal conservati,
però si vede chiaramente che la tomba viene realizzata sulla
superficie della fondazione del muro rasato.
C'è una relazione strettissima fra la deposizione dei morti e il
muro: distruggere un muro significava distruggere un oggetto sacro.
In questa fase di Roma, gli adulti non possono essere sepolti nell'abitato,
quindi queste tombe hanno un carattere particolare che possiamo
forse spiegare come espiazione per aver distrutto un oggetto sacro.
Questi sono i vasi del corredo di ogni tomba che
ci datano queste tombe intorno al 700-675 a.C.
Infine, una quinta tomba viene posta ancora all'interno della
fondazione del primo muro.
Questo è il bastione: la fondazione del muro viene scavata e all'interno della
fossa viene posto un vaso con lo scheletro di un bimbo, e due vasi a corredo.
Esattamente sulla tomba viene posta la fondazione del nuovo muro, la porta
resta nello stesso luogo, vedete qui i buchi dei pali e degli elementi lignei
della soglia e degli stipiti, e il muro cambia struttura: non è più una maceria
con dell'argilla sopra, ma è una grande fondazione con un paramento esterno,
un paramento interno, un rivestimento d'argilla e poi un elevato.
Anche in questo caso, una capanna viene associata al muro.
Questi sono i dettagli dello scavo.
A fianco alla grande porta si crea una seconda, piccola porta con una soglia,
la vedete qui sul terreno, sempre la struttura del paramento esterno del muro.
E questo è il fossato, la valle che viene regolarizzata e mantenuta vuota,
in uso, per fungere da fossato di guardia alle mura.
La grande capanna dopo pochi anni brucia, viene costruita una seconda capanna,
la vedete qui.
La struttura del muro resta la stessa, la soglia del piccolo ingresso resta aperta,
questo è il pavimento bruciato che ci dà i limiti della capanna.
Qui e qui si vede la piccola fogna che attraversava la capanna e permetteva lo
scolo delle acque all'esterno della porta.
Questo è come possiamo immaginare la struttura vista
dall'esterno: la valle-fossato, la porta principale, la piccola porta e la capanna.
Questo è un secondo tratto dello stesso muro,
che scende un po' più in avanti sulla pendice rispetto al primo.
Questo è il paramento interno, qui lo vediamo meglio,
questo è il paramento esterno.
E questo è il riempimento di argilla.
Su di esso dobbiamo immaginare l'elevato ancora una volta in argilla pura.
[VUOTO]